Il tempo di Natale si chiude, secondo una tradizione molto antica, con la festa del battesimo del Signore, un episodio che leggiamo quest’anno nella versione offerta dal vangelo di Marco.
«Mentre Gesù sta uscendo dall’acqua, vede aprirsi il cielo». Il cielo sopra di noi non è vuoto. Forse molti conoscono la canzone di Cristiano De André, figlio del più celebre Fabrizio, presentata a Sanremo nel 2014: Il cielo è vuoto.
Cristiano dichiara di credere in Dio, ma provocatoriamente canta:
Il cielo è vuoto c'è soltanto il respiro
è solo un miraggio per prenderci in giro
Non puoi più fingere con me
È un limite il cielo, è un segreto è un tesoro
è Dio che si dimentica di fare tutto il suo lavoro.
No, Dio non dimentica di fare tutto il suo lavoro ed è però vero che il segreto del cielo è un tesoro. Di fronte a Gesù, il cielo si apre e mostra la presenza del Padre. E il Padre risponde in due modi: prima di tutto con la presenza del suo Spirito, che Marco ricorda in modo simbolico, molto corporeo, descrivendolo come una colomba, come tutti abbiamo ben in mente. Dio agisce nella sua creazione e agisce in ognuno di noi con questa sua presenza sfuggente e reale insieme: il suo Spirito, come una colomba che cerca il suo nido e lo trova in qualunque creatura è disposta ad accoglierlo. Se c’è questo Spirito di Dio, c’è dunque vita per l’intero creato.
Il Padre rivolge poi al figlio la sua parola: lo chiama appunto “figlio”, ricordandoci così che in Gesù ogni nostra preghiera diviene un rapporto padre-figlio: «Padre nostro che sei nei cieli…». Aggiunge ancora che questo figlio, Gesù, è “l’amato”, come già un tempo disse ad Abramo a proposito di Isacco.
E la terza parola che il Padre rivolge a Gesù al momento del suo battesimo è: «in te ho posto il mio compiacimento»; più semplicemente: sono contento, sono felice di te. Il Padre trova la sua gioia nel vedere il figlio che inizia il suo cammino.
Il Dio della Bibbia non è pertanto un giudice severo e privo di emozioni. Una lezione per ciascuno di noi, chiamati a vedere nell’altro che incontriamo una persona che ci da felicità, che possiamo accogliere con gioia.