LEZIONI DI UMILTA’ E CARITA’
Nel brano di Luca di oggi Gesù dà lezioni di umiltà e di carità.
Luca è l’unico evangelista a raccontare che Gesù ha accettato gli inviti a pranzo dei farisei. Ma invitare Gesù significa esporsi, perché non è un maestro simile agli altri, prevedibile ed eventualmente manipolabile, del quale già si conoscono il pensiero e il comportamento, è uno che oggi si potrebbe definire “una mina vagante”. Gesù accetta facilmente inviti a pranzo in giorno di sabato presso i farisei perché da tale invito si ripromette un insegnamento. Egli approfitta infatti dell’occasione per rivolgere ai suoi ospiti i rimproveri che stima opportuni, senza però venire meno alle regole della cortesia e della buona educazione.
Gli invitati sono persone convinte di avere diritto ai posti d’onore e Gesù non intende illustrare una semplice regola di buona educazione e di modestia e, tanto meno, suggerire una tecnica raffinata per essere poi invitati a salire più in alto. Anche questa parabola parla del Regno di Dio e la critica di Luca è dura nei confronti di chi cerca per sé i primi posti.
Alla luce degli altri brani di Luca si comprende che la parabola intende colpire non una vanità di superficie, che farebbe soltanto sorridere, ma una presunzione di fondo, convinta, concreta, tale da snaturare il rapporto con Dio e, al tempo stesso, il rapporto con gli uomini. È sempre la solita pretesa di ritenersi giusti, più meritevoli degli altri: un atteggiamento che genera, inevitabilmente, arroganza e differenziazioni; è l’arroganza di presentare a Dio dei bilanci in pareggio e in credito.
Se Gesù colpisce con tanta forza la vanità di chi vuole primeggiare è perché sa che Dio non si comporta in quel modo. Un punto fermo del vangelo è che Dio si manifesta attraverso il “farsi servo”, non il “farsi primo”. Qui va cercato il fondamento che sorregge la parabola trasformandola in una “lieta notizia”: il rapporto che Dio instaura con l’uomo è la chiave di lettura di ogni parabola; è un rapporto di dono, offerta, servizio.
Queste parole di Gesù vanno lette anzitutto alla luce del discorso della montagna al quale certo fanno riferimento: “se amate coloro che vi amano, quale merito ne avete? Anche i peccatori fanno lo stesso”. L’indicazione del vangelo non è quella di proibire le festa tra amici, ma è ancora la sottolineatura dell’intenzione: per che cosa dare una festa? Se è per avere il contraccambio non dare la festa; l’intenzione deve essere quella della gioia, non dell’interesse e allora, forse, si riscopre la gioia dell’incontro, dello stare assieme, della comunione.