CONTEMPLANDO
IL MISTERO DELLA TRINITÀ
Terminato il tempo pasquale, la Chiesa celebra oggi la festa della Santissima Trinità. Come molti sapranno, c’è una famosa icona (che abbiamo riprodotto qui accanto), scritta nel 1422 da Andrej Rublëv e conservata oggi nel Museo Tretjakov di Mosca, che rappresenta la Trinità richiamandosi al racconto biblico dell’apparizione dei tre divini pellegrini ad Abramo e Sara (cf. Gen 18). È stata definita “l’icona delle icone” nel 1551 dal Concilio dei Cento Capitoli ed è un capolavoro di rara profondità teologica, di bellezza incomparabile e di finissima ricchezza di simboli.
Rublëv seppe rappresentare la sintesi del più grande mistero della nostra fede, rivelandoci l’unità e al tempo stesso la distinzione delle persone divine. Le tre figure sono in un atteggiamento di riposo, sono molto simili e si differenziano solo per l’atteggiamento di ciascuno nei confronti degli altri due: un solo Dio in tre persone che si completano l’una l’altra in un rapporto circolare, inesauribile, di comunione amorosa.
Varie sono le ipotesi sull’identità delle tre persone. Una in particolare vede il Cristo al centro. Tutti e tre vestono il color azzurro, segno della divinità. Nel Padre (angelo di sinistra) il colore azzurro è nascosto: Dio Padre nessuno l’ha mai visto, se non tramite la bellezza e la sapienza della creazione (manto rosa). Il Figlio è uomo (tunica rosso sangue); ha ricevuto ogni potere dal Padre (stola dorata) e si è manifestato come Dio attraverso le sue opere. Tutti abbiamo visto la sua divinità: “Chi vede me vede il Padre!”. Lo Spirito santo (angelo a destra) è Dio e dà la vita (verde: colore delle cose vive). La vita di amicizia con Dio ci viene da lui.
Dal Padre ha origine ogni cosa (posizione eretta). Egli chiama il Figlio indicandogli con mano benedicente la coppa al centro. Il Figlio comprende la volontà del Padre – farsi cibo e bevanda per gli uomini – e l’accetta (china il capo e benedice la coppa) chiedendo (col movimento del braccio destro) l’assistenza dello Spirito Consolatore. Questi accoglie la volontà del Padre e del Figlio (mano posata sul tavolo) e col suo piegarsi riporta la nostra attenzione sul Figlio e sul Padre: vuole metterci obbedienti davanti a Gesù e abbandonati e fiduciosi davanti al Padre.
C’è posto anche per me in questo circolo d’amore delle tre Persone: davanti c’è spazio perché io possa partecipare al colloquio intimo e segreto, gioioso e impegnativo: è lo spazio dei martiri (finestrella dell’altare), di chi dà la vita. Il mio posto ha la forma di calice (lo spazio libero tra i due angeli di destra e sinistra). Il Padre chiede anche a me se voglio mangiare e bere alla sua mensa e offrire la mia vita insieme a Gesù come cibo e bevanda per gli uomini; e lo Spirito, se accetto, mi fa entrare nel riposo di chi è finalmente alla soglia della casa del Padre!