L’ACCOGLIENZA DI UNA PAROLA CHE CHIEDE ABBANDONO
L’inizio del capitolo 5, che oggi la liturgia ci presenta, ci porta ad una novità importante del cammino di Gesù. Finora egli si è incontrato con le folle, e continuerà a farlo. Ma inizia qui la memoria di una relazione più diretta e specifica con le persone. Un loro coinvolgimento, una chiamata, e quindi il formarsi di un gruppo. Tali persone si qualificheranno come “discepoli”, e alcuni di loro come “apostoli”. Sono gli inizi di quella comunità che verrà chiamata “chiesa”. Gesù e Simon Pietro si erano già conosciuti. Gesù era entrato infatti nella sua casa dove si era incontrato con la suocera malata (Lc 4,38-39). Ora lo prega di scostarsi un poco da terra per consentirgli di insegnare alle folle dalla barca.
Ora, ancora di più, Gesù entra nella vita e nella vicenda di quest’uomo, invitandolo a prendere il largo e a gettare le reti. E non a caso Pietro a questo punto fa una dichiarazione molto importante: “…sulla tua parola getterò le reti”. Aderisce alla richiesta di Gesù sottolineando l’infruttuosità di una notte faticosa e senza pesci. La fede - è il caso di sottolinearlo bene - parte sempre dalla storia concreta delle persone con l’accoglienza di una parola che chiede pienezza di abbandono contro tutta l’esperienza che di quella storia si è fatta.
Il contrasto tra il nulla precedente e la sovrabbondanza della pesca fatta gettando le reti sulla parola di Gesù, provoca la bellissima reazione di Simon Pietro: “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”. Possiamo cogliere in questa reazione di Simone il dato profondo dell’evento della fede. La nostra condizione di poveri peccatori non si manifesta per un’evidenza razionale e per un confronto con una norma, ma per l’incontro con la luce del Signore che “rivela” la povertà della nostra condizione umana. È la “crisi” salutare che apre la strada della salvezza e della vita nuova.
È quello che Gesù annuncia a Pietro con una frase misteriosa – “d’ora in poi sarai pescatore di uomini” – ed è l’inizio di un nuovo volto della vita, che si lascia alle spalle tutto quello che era e che si aveva prima.