L’UOMO GUARDA L’APPARENZA,
IL SIGNORE GUARDA IL CUORE
Nella sua terza giornata nella città santa Gesù, sulla spianata del tempio, prosegue il suo insegnamento autorevole, alla presenza della grande folla che lo ascoltava volentieri. Esorta il popolo a guardarsi dallo stile degli scribi, vanitosi e ambiziosi, che amano il prestigio e sfruttano l’ospitalità delle vedove. «Essi - dice - amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti». Amano cioè distinguersi dagli altri ed esigono di essere trattati con speciale deferenza. Vogliono essere tenuti in gran conto e salutati nei luoghi pubblici. Questo comportamento mostra che essi sono tutti concentrati sulla propria persona, e si servono del loro ruolo per avere riconoscimenti e privilegi.
A questi atteggiamenti si unisce lo sfruttamento nei confronti delle vedove, che insieme agli orfani rappresentavano la categoria più debole e più esposta della società giudaica: essi si approfittano della loro posizione sociale e religiosa per impadronirsi (“divorare”) le loro case, che rappresentavano l’unica garanzia di una vita dignitosa. E quasi a nascondere o giustificare i soprusi commessi, si dedicano a lunghe preghiere. Essi quindi strumentalizzano la religione per fini immorali e faranno i conti con la ferma e decisa condanna da parte di Dio.
Al contrario la vedova povera vive una fede umile e nascosta: la sua offerta nel tempio (dinanzi al muro del cortile delle donne c’erano tredici ceste a forma di imbuto in cui si gettavano le offerte) è tutto il suo sostentamento, non il superfluo. Letteralmente al v. 44 si legge infatti: «vi ha messo tutto quello che aveva per vivere, tutta la sua vita». Gesù lascia da parte ogni aspetto quantitativo, vede e giudica la persona di questa vedova povera nella situazione e secondo le sue possibilità. Esemplari in lei sono la libertà nei confronti dei bisogni della vita terrena e il totale affidarsi a Dio.
Commenta san Leone Magno: «Grande è quel che Egli trarrà dal poco disponibile, poiché sulla bilancia della giustizia divina non si pesa la quantità dei doni, bensì il peso dei cuori. La vedova del Vangelo depositò nel tesoro del tempio due spiccioli e superò i doni di tutti i ricchi. Nessun gesto di bontà è privo di senso davanti a Dio, nessuna misericordia resta senza frutto. Diverse sono senza dubbio le possibilità da lui date agli uomini, ma non differenti i sentimenti che egli reclama da loro. Valutino tutti con diligenza l’entità delle proprie risorse e coloro che hanno ricevuto di più diano di più» (Sermo de jejunio dec. mens., 90,3).