GIOVANNI, IL TESTIMONE FEDELE
Nel brano evangelico odierno, l’evangelista Giovanni mette in risalto due caratteristiche fondamentali del Battista, la prima delle quali è essere “mandato da Dio”. Come gli altri profeti dell’Antico Testamento egli è chiamato da Dio per una missione particolare. La seconda caratteristica è quella di essere testimone della luce: “Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce”; quella luce che è Cristo, in quanto incarnato nella storia umana, e cioè come rivelazione del Padre. “Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce”, precisa l’evangelista nel prologo, mettendo fine così a una nota polemica di alcuni che esaltavano il Battista a scapito di Gesù.
Più avanti, alla delegazione inviata dai Giudei, composta di sacerdoti e leviti, persone cioè che appartengono al gruppo dirigente della città santa, Giovanni stesso risponde in merito alla sua identità, esplicitando innanzitutto quello che egli aveva coscienza di non essere: “io non sono il Cristo”, e neppure Elia o il profeta. Gli inviati dei Giudei non sembrano soddisfatti della sua risposta e insistono domandando: “Chi sei?”. Egli risponde citando in prima persona un passo del profeta Isaia: “Non sono altro che una voce che chiama nel deserto, che invita a mettere diritto il cammino del Signore” (cf. Is 40,3). Giovanni Battista al culmine del successo, della notorietà e dell’accettazione della sua missione, non esita a dire che egli è solo una voce che annuncia, un testimone che attira l’attenzione su qualcuno che è più importante e più grande di lui. Costui - afferma - è già in mezzo a voi, anche se vi risulta ancora ignoto.
Giovanni, intimamente legato a Gesù, è dunque il testimone fedele, testimone di un Dio già qui. Il suo compito è quello di indicarlo al mondo come luce vera che illumina ogni uomo. «La voce è quella di Giovanni - scriveva sant’Efrem - ma la parola però che passa per quella voce è Nostro Signore. La voce li ha destati, la voce ha gridato e li ha radunati, e il Verbo ha distribuito loro i suoi doni» (Diatessaron, 3,15). Abbiamo ancora bisogno di cristiani che siano in questo mondo “voce” di un Altro, testimoni credibili dell’unica Parola che salva!