SCRUTARE I SEGNI DEI TEMPI
Nel brano evangelico di questa terza domenica di quaresima troviamo un invito alla conversione (vv. 1-5) e la parabola del fico sterile (vv. 6-9).
L’evangelista presenta innanzitutto due esempi presi dalla cronaca. Uno è di cronaca politica e l’altro di cronaca nera. Nel primo si narra che Pilato aveva mescolato il sangue di alcuni galilei con quello dei loro sacrifici, con l’aggiunta di un interrogativo aperto al mistero: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?». Per quanto si possa parlare di colpa, sia di Pilato sia di coloro che si sono ribellati, resta senza risposta il perché proprio quei galilei e non altri hanno subìto la morte. Implicito è il suggerimento a non perdersi nel labirinto delle spiegazioni più o meno logiche, economiche o altre, perché il modo più appropriato di leggere gli eventi è quello di lasciarsi interpellare dagli eventi stessi.
Anche dopo il secondo esempio la risposta è la stessa: «No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Occorre imparare a leggere i segni dei tempi nascosti nel quotidiano, in cui possono succedersi episodi quasi senza valore ed episodi tragici accompagnati da morte violenta. In questi eventi - sembra suggerirci Gesù - è presente sempre un richiamo esplicito a cambiare vita.
La parabola del fico poi richiama certamente l’incapacità di ciascuno di noi di portare il frutto atteso dal Signore: «sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo». I tre anni sono un riferimento simbolico (per esempio i tre anni della predicazione di Gesù…). C’è però una particolarità: qualcuno è intervenuto in nostro favore per garantirci in vita durante questi tre anni. L’agricoltore che intercede ha buoni rapporti con il padrone ma, nello stesso tempo, è molto affezionato a questo albero. La sua è dunque una grandissima parola di speranza, nonostante la minaccia in quel “se no, lo taglierai”: un’evenienza che l’agricoltore è sicuro di poter escludere, perché sarà lui stesso a fare tutto il possibile affinché questo non avvenga.
Le parole di Gesù sono dunque un invito a vivere una vita fatta di successive e progressive conversioni. Lo sapeva bene il cardinal Newman, il quale diceva: “per l’uomo vivere è cambiare, ed essere perfetti è aver cambiato spesso”.