UNO SGUARDO CHE TOCCA IL CUORE
“Dopo che Giovanni fu arrestato…”. Inizia così il brano del vangelo di Marco di questa terza domenica del tempo ordinario. Sembra un versetto molto ovvio, ma in realtà non lo è perché ci pone di fronte ad un’esperienza molto drammatica. Giovanni, come sappiamo, è quell’uomo che ha compiuto un cammino verso la terra attraversando il deserto senza avere la gioia di entrare nella terra promessa. Era portatore di speranza, che però viene messo nelle condizioni di non poter più parlare. Ciononostante Dio non si lascia frenare, attinge ancora una volta alle viscere della sua infinita misericordia e manda un altro che è più forte. “Gesù - dice infatti il testo - andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio”. È un vangelo che si espande in modo molto concreto e che interessa gli indemoniati, i lebbrosi, gli ignoranti sino ai confini della terra. Questa bella notizia è che ormai “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”, intendendo che la fase di cui il vangelo qui parla è già stata inaugurata e che ora è nella pienezza e che il regno si è avvicinato, è giunto cioè alla portata di tutti. Di qui l’invito a “cambiar mente” e a “stare saldi nel vangelo”, a mettere cioè le proprie radici, stabili, nella bella notizia, quella bella notizia che è Gesù stesso.
Occorre tener presente tutto questo quando, nell’ultima parte, incontriamo il racconto della vocazione dei primi quattro discepoli. Ci renderemo conto che le parole del vangelo non sono soltanto un invito diretto agli apostoli, ma a tutti noi. L’evangelista ce li pone davanti come modelli di riferimento, perché tutti possiamo accogliere la parola di Gesù, accettando di cambiare mentalità e fidandoci del vangelo di Dio. Mentre erano intenti nel loro lavoro, Gesù vede quegli uomini immersi nella loro storia e li penetra in profondità con il suo sguardo. Non occorrono parole. Basta questo lampo di luce e Simone e Andrea si sentono toccati nel cuore. Disse loro: “Venite dietro a me”; quasi a dire: la risposta a tutti i vostri interrogativi, i vostri desideri, la vita che voi cercate affannosamente l’avete a portata di mano se venite dietro a me. La risposta è immediata. Anche qui non occorrono parole. Le scelte determinanti di una vita sono avvolte dall’abbraccio stupito del silenzio: “e subito lasciarono le reti e lo seguirono”.
Questi apostoli, così come Giacomo e Giovanni, sono dunque il modello per eccellenza di chi mette da parte tutti i ragionamenti umani e si àncora unicamente alla parola di Cristo. Lasciano le loro sicurezze economiche e i loro affetti e si fidano della parola. Dove andranno? Non lo sanno per ora, ma impareranno che seguire Gesù significherà di fatto seguirlo fino a Gerusalemme. «E noi constatiamo, in effetti – commenta Origene - che la “voce” degli apostoli di Gesù è giunta a tutta la terra, e le loro parole ai confini del mondo (Sal 18,5; Rm 10,18). Ecco perché sono ripieni di potenza coloro che ascoltano la parola di Dio annunciata con potenza, e la manifestano con la loro disposizione d’anima, con la loro condotta e la loro lotta fino alla morte per la verità (cf. Sir 4,28)» (Contra Cels., 1, 62).