Parrocchia 
Santi Angeli Custodi

Francavilla al Mare - Chieti

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A (MT 14,22-33)

Come in una barca nella notte … | Comunità parrocchiale San Marcello

 

«CORAGGIO, SONO IO...!»

Nella pagina evangelica di questa domenica appare evidente il contrasto tra l’“immobilità” di Gesù con l’agitazione che investe i discepoli sulla barca, sballottati dalle onde del mare e dal forte vento. Gesù sembra lontano e indifferente alla sorte dei suoi discepoli, intento com’è a ritagliarsi uno spazio solitario in cui stare a ‘tu per tu’ con il Padre senza essere da nulla e da nessuno disturbato. Ma è davvero così? Da queste battute iniziali possiamo almeno cogliere un prezioso suggerimento: la preghiera deve avere qualcosa a che fare con la fede richiesta ai discepoli...

«È un fantasma!», esclamano i discepoli spaventati e sconvolti. Essi non sanno riconoscere quella misteriosa figura che sta venendo verso di loro in una maniera totalmente insolita e inattesa: come può essere il loro Signore? Ma è Gesù stesso che viene incontro alla loro paura fugando ogni dubbio: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Anche noi molte volte abbiamo bisogno di sentirci ripetere quella parola che toglie la paura dai nostri cuori e ridona fiducia alle nostre vite spesso stanche, smarrite e turbate, mentre attraversiamo su una piccola barca (nei vangeli immagine della Chiesa) il mare in tempesta tra gorghi e venti impetuosi: «Coraggio, sono io...!».

Gesù acconsente poi al desiderio di Pietro accogliendo benevolmente la sua domanda: «Vieni!». Pietro allora senza indugio va e comincia la sua camminata sulle acque, ma poi... Cosa succede? Come mai Pietro, nel giro di pochi istanti, passa dalla sicurezza di sé alla paura, dalla fiducia incondizionata nella parola di Gesù a un atteggiamento dubbioso e incredulo? «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?», lo rimprovera Gesù, mentre stende la sua mano per tirarlo fuori dalle acque. Dove sta la ‘pochezza’ di fede di Pietro? Si possono dare diverse risposte in merito partendo semplicemente da questo episodio, ma, in sintesi, possiamo dire che la poca fede di Pietro si manifesta là dove egli comincia a distogliere lo sguardo da Gesù e a rivolgerlo a se stesso e a tutto ciò che intorno minaccia la sua vita.

Attraverso l’esperienza della caduta e del fallimento, emerge un uomo diverso, che sa riconoscere la propria impotenza e fragilità e non ha vergogna a gridare al Signore il suo bisogno di essere salvato: «Signore, salvami!». Questo grido è veramente un atto di affidamento a Colui che viene riconosciuto come il salvatore della propria vita e riscatta Pietro forse più di una bella professione di fede.

 

 

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