IL MISTERO DELLA PROFONDITÀ DELL’AMORE DI DIO
Nella festa della SS. Trinità la liturgia ci propone una pericope del vangelo di Giovanni, tratta dal dialogo notturno tra Nicodemo e Gesù, dove quest’ultimo fa un’affermazione davvero unica, che - si potrebbe dire - riassume l’intero messaggio cristiano della redenzione: “Dio ha tanto amato il mondo” (v. 16). All’origine di tutto c’è la sorprendente profondità e gratuità dell’amore del Padre. La realtà fondante, assoluta di ogni cosa è la sollecitudine, la preoccupazione, l’interesse, la partecipazione e la misericordia di Dio. Il suo amore precede tutto e ha come oggetto la salvezza e la vita. Tale amore si realizza nella missione del Figlio suo unigenito nel mondo e nella consegna di questo Figlio alla morte di croce: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito”. Con il verbo “dare”, che qui viene utilizzato, si evidenzia l’aspetto del “dono”, un dono in cui si ricapitola tutta intera la missione del Figlio nel mondo. Dio ha dunque donato al mondo questo suo unico Figlio, a lui strettamente unito ed amato sopra ogni cosa. L’evangelista poi continua precisando quella che è la finalità di questo dono: l’invio del Figlio nel mondo mira esclusivamente alla vita eterna dei credenti e alla salvezza del mondo. Mediante il suo unigenito, Dio si prende cura personalmente di noi, ci mostra la via della salvezza e ci dona la comunione con lui: “Se uno mi ama- dice infatti Gesù -, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Il mistero della profondità di questo amore di Dio, che oggi contempliamo nella Trinità, continua davvero a stupirci. È la SS. Trinità, infatti, che ci rivela l’autentica immagine di Dio e del suo amore. Perciò santa Elisabetta della Trinità amava pregare così: “O mio Dio, Trinità che adoro / aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in te / immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità / Che nulla possa turbare la mia pace / né farmi uscire da te, o mio Immutabile / ma che ogni istante mi porti più lontano / nella profondità del tuo Mistero” (Preghiera alla SS. Trinità).