«SIGNORE, DA CHI ANDREMO?»
«Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?» (Gv 6,60). Il discorso nella sinagoga di cafarnao si conclude con questa reazione contrapposta di molti discepoli che abbandonano Gesù.
Gesù risponde invitandoli ad aprire il cuore ad una dimensione più grande. Se loro ragionano in termini terreni è evidente che non si può pensare che Gesù venga dall’alto: l’umanità di Gesù è povera come quella di tutti gli uomini e non può certamente salvarli. Devono aprire il cuore ad una rivelazione più grande; quanto? «Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?» (Gv 6,61-62).
Il cammino della vita di Gesù è orientato verso un compimento, verso quello che i Vangeli chiamano «la sua ora» (Gv 7,30). “La sua ora” è la sua morte, in quanto ritorno al Padre, passaggio da questo mondo al Padre, è il «salire là dove era prima». Se i discepoli riescono a cogliere il mistero della Pasqua di Gesù, allora anche la sua origine diventa comprensibile.
E come può «Gesù darci la sua carne da mangiare»? La risposta è questa: «È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho dette sono spirito e vita» (Gv 6,63). È per la potenza dello Spirito che la carne di Gesù è portatrice del Verbo; è stato concepito per opera dello Spirito Santo. È questo che i discepoli devono imparare a riconoscere. Se capiscono questo allora sanno riconoscere nella carne di Gesù la presenza del Verbo di Dio, dell’amore, della sapienza e della verità di Dio.
«Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui» (Gv 6,66). Dei suoi discepoli rimangono i Dodici. «Disse allora Gesù ai Dodici: Forse anche voi volete andarvene? Gli rispose Simon Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6,67-69). Questa è la più bella espressione di fede con cui il Vangelo di Giovanni chiude il ministero di Gesù in Galilea. Pietro probabilmente non ha capito tutto quello che Gesù stava dicendo. Queste parole sono comprensibili solo dopo la croce, solo dopo la risurrezione di Gesù; prima rimangono evidentemente enigmatiche, misteriose e oscure. Pietro però ha una fiducia profonda in Gesù, è legato a Lui da un legame di amicizia, di fiducia, di attesa, di speranza; ha legato la sua vita a quella del Signore e nel suo cuore Pietro ha questa sicurezza che Gesù ha recepito.