UNO SGUARDO ATTENTO E PREMUROSO
I “discepoli” che erano andati in missione ritornano come “apostoli” da Gesù e gli rendono conto del loro operato. Gli raccontano, probabilmente pieni di gioia, i prodigi che hanno potuto compiere per suo incarico, e quello che hanno insegnato. Gesù allora li invita a recarsi con lui in un “luogo solitario”, in modo da restare “per proprio conto”, perché la folla era talmente numerosa da impedire loro persino di mangiare. Con questo suo invito Gesù riconosce la fatica e lo sforzo sostenuto dai Dodici. Anche lui infatti si reca spesso in luoghi solitari per pregare e desidera che chi è con lui faccia lo stesso, procurandosi un tempo di pace e di riposo. Come dire, c’è il momento della missione e dell’impegno e c’è il momento del riposo, c’è il momento dell’accoglienza e c’è il momento della solitudine. Un riposo però che si mantiene aperto ad una fondamentale disponibilità.
Al suo arrivo nel luogo prescelto - precisa l’evangelista - Gesù “vide” una grande folla e ne “ha compassione” perché erano come pecore che non hanno pastore, e immediatamente si mette a insegnare loro molte cose. Gesù si rende conto della condizione dei molti uomini che con un simile zelo si sono precipitati ad aspettarli sulla riva. Vede in loro pecore che non hanno pastore: un popolo che nessuno guida, del quale nessuno ha cura, che corre il pericolo di smarrirsi e di andare in perdizione. Questa miserevole condizione del popolo desta la compassione di Gesù e lo induce a comportarsi come un nuovo Mosè.
Gesù ha compassione dell’uomo perché lo vede vagare senza direzione, affamato e assetato. Gesù ha fame di persone libere e felici. Egli ci chiama in disparte per chiederci: e voi, quale fame avete? Ci invita a riposarci senza avere la presunzione di sentirci indispensabili: per coloro che restano in piedi con i loro ragionamenti non c’è né pane né pesce. Il tempo estivo può essere dunque una buona occasione per vivere un po’ di questo riposo. «Quando entriamo nel raccoglimento - diceva infatti Romano Guardini - lo spazio interiore si apre e la divina Presenza può annunciarsi in noi».